La guerra al buio.
Céline e la tradizione del romanzo bellico

Pierluigi Pellini
- Macerata
- Quodlibet
- 2020
Il libro esplora, nell’opera di Céline, le risonanze del trauma originario: quello della Grande Guerra. È l’esperienza biografica che segna la vita dell’autore; ed è il tema da cui prende le mosse il suo capolavoro, Voyage au bout de la nuit.
Troppo spesso, però, la critica si limita a sottolineare il carattere autobiografico della prima parte del Voyage, senza studiarne le strategie narrative, senza dar conto delle loro motivazioni ideologiche. In realtà, le ambientazioni notturne, i salti cronologici, i numerosi anacronismi, i riferimenti (espliciti o impliciti) alla grande tradizione del romanzo bellico dell’Ottocento, rispondono a un preciso disegno compositivo.
Il disperato pacifismo di Céline ha radici culturali profonde: per portarle alla luce, è innanzitutto necessario interpretare correttamente Casse-Pipe, l’incompiuto romanzo di caserma che, nell’evocazione cifrata di una tragica carica di cavalleria della guerra franco-prussiana del 1870, offre una chiave inedita per accedere all’universo immaginario di uno dei più grandi scrittori del Novecento.
Pellini ricostruisce un dialogo intertestuale (esplicito o implicito) con Stendhal, Hugo, Zola, Proust e Freud, suggerendo una lettura originale del Voyage e una riconsiderazione complessiva del sotto-genere del ‘romanzo bellico’.